lunedì 29 febbraio 2016

Recensioni di recupero.

I mesi di assenza dal blog (dovuti ai motivi che trovate qui), non mi hanno impedito di leggere una serie di cose, guardarne altrettante e accumulare materiale da proporvi.

Per recuperare il tempo perduto e riprendere le consuete rubriche con la coscienza pulita, eccovi di seguito qualche mini recensione selezionata per l’occorrenza.


Scott Pilgrim: il fumetto, non il film (che recupererò a breve). Sei volumi in formato manga: una storia d’amore, chitarre e mazzate. Ma non mazzate tra bulletti del quartierino, tra gente coi superpoteri che salta sui tetti e trova un bonus quando uccide il boss di fine livello. Una stupenda commistione tra videogiochi e fumetto. Piacevole, con alcune idee veramente divertenti. Voto: 8 e 1/2


Guerrilla Radio: ci sono opere che intrattengono e opere che informano. Questo volume della piccola casa editrice Round Robin, disegnato da Stefano S3keno Piccoli, fa entrambe le cose: approfondisce l’impegno politico di Vittorio Vik Arrigoni (se non sai di chi sto parlando, fatti un giro qua e qua) senza mai diventare morboso. C’erano due grandi rischi, mettendosi a scrivere questa storia: scadere nella retorica e fare speculazioni sulla morte dell’attivista italiano. Stefano Piccoli si è destreggiato abilmente in questo campo minato (sì, l’espressione non è tra le più fortunate, in questo contesto), complici anche il lungo lavoro di ricerca, la sua passione e il confronto con la famiglia Arrigoni. Voto: 8


Hellnoir: la terza storia della nuova collana della Bonelli – le miniserie – unisce il noir con il soprannaturale (e fino a qua ci poteva arrivare anche un bambino di seconda elementare), trasformando l’inferno in una città sterminata, i demoni negli oligarchi più corrotti che possiate immaginare e creando un parallelo col mondo dei vivi lungo un’indagine per omicidio. L’idea mi era sembrata banale, inizialmente, ma ho dovuto ricredermi. Finora, per me è stata la miniserie più bella. Voto: 7 abbondante.


L’ombra della montagna: il sequel di Shantaram – libro che ho divorato e adorato – parte male e finisce peggio. L’autore riprende le storie dei personaggi qualche anno dopo la fine del primo libro ma non riesce né a creare una narrazione credibile né a dare spessore alle miserie umane che popolano l’India moderna. Se vi è piaciuto Shantaram, non leggete L’ombra della montagna, fatelo per il bel ricordo che avete delle avventure di Lin & company. Voto: 4


Amok: uno stranissimo libretto (si legge in due ore) che narra la storia di un medico inglese di stanza in Malesia alla fine dell’800. Amok è una parola malese che indica il furore omicida che pervade i folli. Nel mio caso, si è risolto tutto in un “meh, carino”. Voto: 6


The hateful eight: tutti l’hanno visto, tutti ne hanno parlato. È troppo lungo, è troppo diverso dal solito Tarantino, c’è poco sangue, c’è troppo splatter, non si capisce dove voleva andare a parare, ma a che serve il formato in 70 millimetri, eccetera. Io l’ho visto due volte, in versione normale per placare la scimmia e in 70mm da dare in pasto al fanatico e no, non mi sono annoiato né l’ho trovato troppo lungo. Vi piace Tarantino? Smettetela di fare paragoni con Django Unchained e godetevi la sua opera più teatrale. Che tra l’altro, pur essendo ambientata nel west ha una colonna sonora e alcune scene degne di un classico horror (Edit dell’ultim’ora: Morricone c'ha vinto l’Oscar con questo lavoro!). Voto: 9, che ve lo dico a fare.

Potrei parlarvi pure de Il ponte delle spie, di The Revenant e degli altri film che ho visto 
insieme al circolino del mercoledì però finirei per annoiare me stesso prima che voi.


Quindi accontentatevi delle recensioni di recupero, perché da oggi si riprende con la programmazione regolare.

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