lunedì 27 luglio 2015

Grandi autori che ti fanno scoprire grandi autori: LRNZ e VanderMeer

Il disegno di LRNZ per la copertina del primo libro della trilogia dell'area X

Ho scoperto la trilogia di Jeff Vandermeer perché seguo Lorenzo Ceccotti (in arte LRNZ), brillante autore di fumetti, illustratore, grafico e in generale maestro del disegno – e non solo – attivo da svariati anni.

Nel 2015, tra l’altro, è uscito il suo primo libro, Golem (se non l’avete ancora fatto, leggetelo e rileggetelo).

Che c’entra questo con Jeff Vandermeer? C’entra perché, qualche mese fa, sul profilo di Lorenzo trovo le copertine che lui ha realizzato per la trilogia fantascientifica di questo autore (VanderMeer, appunto).

Le copertine sono stupende (e vabbè, di LRNZ ve ne parlerò poi) però io leggo due parole che mi rendono un compratore compulsivo: trilogia e fantascientifica.

Il primo libro di Vandermeer, Annientamento, ha una trama semplice ma efficacissima: in un luogo della Terra non ben definito, trenta anni fa è comparsa un’anomalia che ha alterato completamente le leggi della fisica così come le conosciamo. La Southern Reach – a metà fra la classica corporation malvagia e l’agenzia di spionaggio – per esplorare questo luogo (chiamato Area X), ha inviato varie spedizioni nel corso degli anni.

Tutto qui? Eh sì, tutto qui. Solo che le quasi 200 pagine del primo romanzo sono una delle letture più inquietanti che io abbia fatto negli ultimi anni. 
Molto poco viene svelato dell’area X in quel primo libro ma ogni pagina è intrisa di disagio, insicurezza e paura. Aprendo il libro una cappa di ansia ti avvolge e non ti permettere di chiuderlo, quel libro. 
Perché tu vuoi sapere cosa accadrà dopo alla biologa, all’antropologa, alla glottologa e alla psicologa, le protagoniste del romanzo e della dodicesima spedizione.
Di cose ne accadono ma di risposte neanche l’ombra. 

E vabbè, è pur sempre una trilogia.

Il secondo volume, Autorità, ci offre un altro punto di vista: abbandonati gli inquietanti spazi (e i relativi misteri) dell’area X,  ci inoltriamo nei meandri della Southern Reach. 
Che sollievo, niente più terrore per strani avvenimenti e ansia per la sorte dei protagonisti. Manco per il ca Ne vedrete delle belle anche là, invece.

Non aggiungo altro, se vi piace la fantascienza e l’horror e cercate un bella lettura per l’estate, andate e comprate.

Vi avviso però, il terzo libro – Accettazione – esce a settembre. 
Io l’ho scoperto di notte, subito dopo aver finito il secondo. 

Sto ancora piangendo per la lunga attesa.

La copertina così come la trovate in libreria

venerdì 24 luglio 2015

Dragonero, fantasy italiano.

Copertina Dragonero n°1
La cover del primo numero

La serie a fumetti Dragonero ha una storia interessante: inizialmente esce come un romanzo a fumetti (ottima collana Bonelli, con alcune storie davvero eccezionali) e il grande successo di pubblico fa esaurire le copie in edicola, in fumetteria e in redazione. 
Insomma, tutti lo vogliono, tutti lo cercano.

Passano gli anni, il fantasy continua a racimolare consensi anche al di là della cerchia di quelli che sanno parlare correntemente l’elfico e la Bonelli annuncia l’uscita della serie regolare (mensile!) di Dragonero.

La storia comincia là dove si era interrotta nel romanzo, senza però renderne necessaria la lettura. Il passato di Ian, i poteri acquisiti, i suoi compagni d’avventura e tutto il resto vengono svelati poco a poco nel corso dei mesi, intrecciandoli con nuove storie.
Il mondo di Dragonero rispecchia i canoni del fantasy classico (o alla Tolkien, che dir si voglia): elfi, orchi, umani, maghi – i nani ancora non li ho visti – a cui vengono aggiunti le caste dei tecnocrati (con armi e strumenti che farebbero impazzire ogni cosplayer steampunk), alcuni esseri al di là della barriera (il primo che parla di Martin vada a rileggersi la storia dell’impero romano, per piacere) e mostri assortiti.

Quali sono gli elementi di successo di questa serie?

Secondo me sono quattro:
La varietà dei temi trattati e, di conseguenza, dei generi affrontati: intrighi politici, mostri assetati di sangue, avventure bucoliche, racconti di viaggio. Ce n’è per tutti i gusti.

I dialoghi, sempre ben scritti e caratterizzanti per i personaggi della serie (complimenti agli sceneggiatori Vietti ed Enoch – entrambi garanzia di qualità).

Una sottile linea di continuity che prosegue in sottofondo (dite quello che volete ma la continuity, per me, che si tratti di un fumetto o di una serie tv è fondamentale).

I disegni: dinamici, realistici quanto basta, evocativi… (e complimenti pure ai disegnatori, quindi. Su questa serie ho scoperto Walter Trono – tra gli altri – e me ne sono innamorato).

Non per niente è una delle migliori testate Bonelli, in termini economici (settima nella top ten pubblicata qui, per essere precisi).

Nessuna critica, quindi?
E vabbuò potevo mai riprendere in mano il blog parlando male di qualcuno?

Frequenza

L’avevo detto che non sarei stato costante, ma qui si esagera.

Dopo tre mesi senza scrivere una riga, mi sembra di avere di fronte a un amico che non senti da una vita e che ti chiede come mai sei scomparso.

Ecco, invece di articolare una risposta che suonerebbe finta, affido questo duro incarico a chi ci è riuscito molto meglio di me. 
(Beh, almeno si è evitato una mitragliata in faccia)




Tutto questo per dire che volevo chiamarti ma ho cambiato il cellulare tra un po’ si torna a scrivere.