La locandina del film |
Lo premetto da subito: sono un fan di alcuni aspetti della saga di James Bond (non di tutto o di tutti gli attori che l’hanno interpretato, sia chiaro).
Questa predisposizione nasce, molto probabilmente, nella mia infanzia: ricordo ancora che guardavo i film di James Bond – quelli con Sean Connery – insieme a mio padre, e già allora impazzivo per i gadget, sia dei buoni che dei cattivi, e per alcuni personaggi.
La Aston Martin con il sedile a espulsione, l’olio che esce da sotto al telaio, il cappello/lama rotante del factotum muto di Goldfinger, i denti d’acciaio dello Squalo, sono stati oggetti su cui ho fantasticato fin da subito.
Sarà anche per questo bellissimo ricordo d’infanzia che per me James Bond è sempre stata quella simpatica canaglia di Sean Connery.
Ho sempre snobbato gli attori che hanno interpretato, dopo Connery, la famosa spia di Fleming: Roger Moore aveva poco mordente, Timothy Dalton la faccia troppo buona e Pierce Brosnan nel mio immaginario è sempre stato solo il dottore del Tagliaerbe.
Poi è arrivato Daniel Craig.
E James Bond è cambiato.
Nella mia testa Daniel Craig è riuscito a scalzare Sean Connery perché i personaggi che interpretano sono profondamente diversi.
Certo, si parla sempre di un super agente segreto capace di menare le mani su una moto in corsa su un precipizio mentre bacia una donna e beve un martini (agitato non mescolato), però:
- Il nuovo Bond è in realtà il primo Bond, quello che ha appena avuto la licenza di uccidere (i famosi
due zeri).
- Sta ancora crescendo nel rapporto con le donne.
- Deve ancora approfondire la relazione con l’autorità (nei dialoghi con M notiamo la sua rozzezza: mentre lei – una grandiosa Judi Dench – dispensa perle di saggezza e consigli di diplomazia, lui fa il figo).
- I suoi nemici sono ancora poco chiari (almeno nei primi due film).
Queste caratteristiche, unite a una grande dose di bravura, hanno fatto vincere a Craig il premio di secondo miglior Bond nella storia del cinema del mio personale palmarès.
Passando ai film, partiamo dal primo di questa nuova stagione: Casino Royale.
E vabbè, lo scrivo: è una bomba.
Dai titoli di coda (sempre curati nei film di Bond ma con la nuova stagione hanno fatto davvero un salto in avanti) passando per la prima bond girl trattata come un oggetto, fino alla delusione d’amore che renderà il suo cuore duro come una roccia.
Una tragedia da lacrime napulitane, come direbbe Doc Manhattan.
In più, la rete di nemici che fa da contraltare all’MI6, comincia a farsi vedere. Piano piano: qualche riferimento e un supercattivo cazzuto, niente di più.
Per un fan della continuity come me, questa è praticamente la dose che il pusher ti regala per costringerti a comprare la roba una volta che sei diventato un tossico.
È tempo di votazione e Casino Royale si prende 7 +.
Il più è per la buona volontà, ché sei bravo ma puoi fare ancora meglio.
Da oggi parte il conto alla rovescia fino alla visione di Spectre. Se riesco, faccio un post su ogni film.
E se siete già preoccupati dei prossimi post a tema bondiano, pensate alla mia metà che nelle prossime settimane dovrà vedere insieme a me tutti i film. Quindi niente lamentele e buona lettura.