I mesi di assenza dal blog (dovuti ai motivi che trovate
qui), non mi hanno impedito di leggere una serie di cose, guardarne altrettante
e accumulare materiale da proporvi.
Per recuperare il tempo perduto e riprendere le consuete
rubriche con la coscienza pulita, eccovi di seguito qualche mini recensione
selezionata per l’occorrenza.
Scott Pilgrim: il
fumetto, non il film (che recupererò a breve). Sei volumi in formato manga: una
storia d’amore, chitarre e mazzate. Ma non mazzate tra bulletti del quartierino,
tra gente coi superpoteri che salta sui tetti e trova un bonus quando uccide il
boss di fine livello. Una stupenda commistione tra videogiochi e fumetto. Piacevole, con alcune idee veramente divertenti. Voto: 8 e 1/2
Guerrilla Radio:
ci sono opere che intrattengono e opere che informano. Questo volume della
piccola casa editrice Round Robin,
disegnato da Stefano S3keno Piccoli, fa entrambe le cose: approfondisce
l’impegno politico di Vittorio Vik Arrigoni (se non sai di chi sto parlando,
fatti un giro qua e qua) senza mai diventare morboso. C’erano due grandi
rischi, mettendosi a scrivere questa storia: scadere nella retorica e fare
speculazioni sulla morte dell’attivista italiano. Stefano Piccoli si è destreggiato
abilmente in questo campo minato (sì, l’espressione non è tra le più fortunate,
in questo contesto), complici anche il lungo lavoro di ricerca, la sua passione
e il confronto con la famiglia Arrigoni. Voto: 8
Hellnoir: la
terza storia della nuova collana della Bonelli – le miniserie – unisce il noir
con il soprannaturale (e fino a qua ci poteva arrivare anche un bambino di
seconda elementare), trasformando l’inferno in una città sterminata, i demoni negli
oligarchi più corrotti che possiate immaginare e creando un parallelo col mondo
dei vivi lungo un’indagine per omicidio. L’idea mi era sembrata banale,
inizialmente, ma ho dovuto ricredermi. Finora, per me è stata la miniserie più
bella. Voto: 7 abbondante.
L’ombra della
montagna: il sequel di Shantaram – libro che ho divorato e adorato – parte
male e finisce peggio. L’autore riprende le storie dei personaggi qualche anno
dopo la fine del primo libro ma non riesce né a creare una narrazione credibile
né a dare spessore alle miserie umane che popolano l’India moderna. Se vi è
piaciuto Shantaram, non leggete L’ombra della montagna, fatelo per il bel
ricordo che avete delle avventure di Lin & company. Voto: 4
Amok: uno
stranissimo libretto (si legge in due ore) che narra la storia di un medico
inglese di stanza in Malesia alla fine dell’800. Amok è una parola malese che
indica il furore omicida che pervade i folli. Nel mio caso, si è risolto tutto
in un “meh, carino”. Voto: 6
The hateful eight:
tutti l’hanno visto, tutti ne hanno parlato. È troppo lungo, è troppo diverso
dal solito Tarantino, c’è poco sangue, c’è troppo splatter, non si capisce dove
voleva andare a parare, ma a che serve il formato in 70 millimetri, eccetera.
Io l’ho visto due volte, in versione normale per placare la scimmia e in 70mm da dare in pasto al fanatico e no, non
mi sono annoiato né l’ho trovato troppo lungo. Vi piace Tarantino? Smettetela
di fare paragoni con Django Unchained e godetevi la sua opera più teatrale. Che
tra l’altro, pur essendo ambientata nel west ha una colonna sonora e alcune
scene degne di un classico horror (Edit dell’ultim’ora: Morricone c'ha
vinto l’Oscar con questo lavoro!). Voto: 9, che ve lo dico a fare.
Potrei parlarvi pure de Il ponte delle spie, di The Revenant
e degli altri film che ho visto
insieme al circolino del mercoledì però finirei
per annoiare me stesso prima che voi.
Quindi accontentatevi delle recensioni di recupero, perché da oggi si riprende con la programmazione regolare.